Cronaca

Spari sul Corso Vittorio Emanuele. Papa respinge ogni accusa: “Non ho sparato io”

Acerra. Colpo di scena all’interrogatorio di garanzia del pregiudicato Vincenzo Papa, meglio noto con il soprannome di “Vicienz o Malandrin”, arrestato all’alba di mercoledì dagli uomini del Commissariato Polstato di Acerra diretti dal vice questore Stefano Iuorio, oltre che per condotte persecutorie nei confronti della ex fidanzata, anche di detenzione illegale, porto abusivo e spari in luogo pubblico di arma da fuoco.

L’indagato, per il quale comunque ed in ogni modo vale la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva passata ingiudicata, invece di avvalersi della facoltà di non rispondere (come forse era stato suggerito dal suo legale di fiducia), ha deciso di rispondere alle domande del giudice delle indagini preliminari. E ha giustificato i suoi “apparenti” atteggiamenti persecutori, come un atto d’amore verso la sua fidanzata, che “ama ed amerà per la vita”. Rimandate al mittente ogni accusa per il porto e detenzione illegale di armi da fuoco, ma soprattutto per gli spari in luogo pubblico, affermando categoricamente di non aver mai usato un arma.

Nel frattempo il suo difensore sembra già aver avanzato l’intenzione di ricorrere ai giudici del tribunale del riesame per l’annullamento del provvedimento cautelare che porta la firma in calce del Gip Martino Auriemma del tribunale di Nola, che ha condiviso il castello accusatorio del pubblico ministero Martina Salvati. Ovviamente, almeno fino alla sentenza dei giudici della libertà, il 32enne Vincenzo Papa, potrebbe restare nel carcere di Poggioreale. Rileggendo una delle intercettazioni portanti dell’indagine, partita nella mattinata dello scorso 3 Luglio, all’indomani dell’esplosione di tre colpi di fucile nei pressi del civico 57 di Corso Vittorio Emanuele II, dove – guarda caso – risiede il fratello della sua ex.

Gli elementi delle indagini

Secondo una frammentaria ricostruzione della vicenda (che presenta ampi coni d’ombra e tantissimi vuoti), un uomo vestito con un pantalone corto la sera del 2 Luglio scorso, con un’arma lunga (così è descritta da un testimone “oculare”, che vista l’arma tento di rifugiarsi sotto un auto in sosta), sarebbe entrato all’interno di una corte del Corso Vittorio Emanuele II. L’uomo gridava frasi sconnesse all’indirizzo di una persona che nel frattempo si era affacciata, brandendo un fucile, senza comunque premere il grilletto. La scena sarebbe stata riprese dalle telecamere poste all’interno del cortile, ma non si vede il volto dell’uomo. Mancherebbe quindi la “prova certa” che si tratti dell’attuale indagato. Papa, rispondendo alle domande del giudice delle indagini preliminari, oltre a rimandare indietro le accuse per l’arma e gli spari, ha rimarcato che tutto è scaturito dal forte amore per la donna della sua vita.

 

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