Cronaca

“Ci dovete dare la mazzetta per i carcerati”: così taglieggiavano gli imprenditori a Casoria

mazzetta per i carcerati

Un regalo per gli amici carcerati“: questa la frase più usata per richiedere il racket ad una serie di imprenditori che operavano sul territorio di Casoria. Il dato emerge dall’ordinanza che ha portato all’arresto di 8 persone tra Acerra, Afragola e proprio Casoria. Oltre a questi altre 17 persone sono finite nel registro degli indagati. Non tutte risultano però indagate per il racket a Casoria, visto che alcuni sono implicati anche per una serie di “cavalli di ritorno” e un episodio di minacce ad Acerra.

Il racket

I fatti raccontati all’interno dell’indagine, nata da una serie di denunce pervenute alle Forze dell’Ordine, sono avvenuti alcuni anni fa. Le estorsioni venivano messe in atto ai danni di commercianti e imprenditori. Il modus operandi era sempre lo stesso. In due si avvicinavano al titolare dell’attività e gli chiedevano una somma di denaro per aiutare “gli amici carcerati di Casoria o per le loro famiglie“. Nel caso di un imprenditore del settore edile, gli estorsori facevano poi capire senza troppi giri di parole, che se non si fosse provveduto al versamento di tale somma di denaro, il cantiere sarebbero stato bloccato. Gli stessi aggiungevano poi che vi erano altre possibilità, visto che tutti gli imprenditori erano obbligati a tale versamento per “stare tranquilli“.

“I carcerati non possono aspettare”

In un altro caso, sempre ai danni di una impresa edile, i due estorsori mettono in scena lo stesso copione. Questa volta però non parlano con il titolare ma con un dipendente: “O mast ci deve dare a mazzett per i carcerati“. Poi successivamente le stesse persone riescono ad incontrare i titolari. Con il solito fare aggressivo e minaccioso, gli intimano: “Voi qui a Casoria sui lavori ci dovete dare i soldi“. Poi quando l’imprenditore ha provato a prendere tempo, i taglieggiatori aggiungono: “I carcerati non possono aspettare“.

Il metodo mafioso

Dalle indagini è emerso anche che il sodalizio criminale operava in nome del clan Moccia. Anche per questo motivo nei delitti ipotizzati c’è l’aggravante del metodo mafioso previsto dall’articolo 416 bis.

È giusto sottolineare che, come precedentemente detto, i fatti risalgono ad alcuni anni fa e non riguardano l’escalation di bombe avvenute tra Afragola e Casoria nelle ultime settimane.

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