Tumore alla vescica. Sintomi e prevenzione: ne parliamo con il dottor Paolo Aveta

Acerra. “La prevenzione è la prima arma per vincere la sfida al tumore della vescica”. A parlare è il dottor Paolo Aveta, responsabile da due anni dell’unità di urologia del presidio ospedaliero Villa dei Fiori di Acerra. Abbiamo quindi deciso di intervistarlo per trattare un tema delicato, che però con la giusta conoscenza può essere affrontato, combattuto e sconfitto: il tumore alla vescica. Prima di “approdare” ad Acerra, il dottor Aveta è stato alle Molinette di Torino e poi al Maria Pia Hospital, dove ha fondato l’unità di urologia.

Dottor Aveta, ci parli di questa terribile malattia?

«La neoplasia alla vescica colpisce ogni anno oltre 27 mila italiani, di cui oltre 6000 donne. Un italiano su tre non ha mai sentito parlare di tumore della vescica, nonostante sia la quarta neoplasia più frequente nel nostro Paese».

Quali sono i primi sintomi?

«Si tratta di una malattia oncologica complessa, pericolosa e soprattutto subdola. Presenta sintomi non specifici, e a differenza del cancro del seno o del colon-retto, non esistono programmi di screening che possano permettere una diagnosi precoce.  La manifestazione più (ematuria). Il persistere o ripetersi di questo fenomeno, soprattutto in persone considerate a rischio (over 50, fumatori), costituisce un vero e proprio campanello d’allarme. L’ematuria però non comporta automaticamente la presenza di cancro e può essere associata a patologie benigne come, ad esempio, infezioni urinarie. Il nostro consiglio è comunque quello di non sottovalutare questo campanello d’allarme».

Cosa si può fare per sensibilizzare la prevenzione e quali sono i soggetti a rischio?

«Per sensibilizzare la popolazione sul tumore uroteliale, di cui si parla ancora poco, c’è bisogno di fare prevenzione. Per quanto riguarda i soggetti a rischio ci sono prima di tutti i fumatori ed i lavoratori più esposti all’esalazione delle sostanze chimiche usate frequentemente nell’industria tessile, dei coloranti, della gomma e del cuoio».

Quali sono le regole della prevenzione?

«Smettere di fumare è già un primo passo. È poi fondamentale svolgere una regolare attività fisica perché i sedentari hanno una probabilità del 20-40% superiore di ammalarsi. Serve anche una dieta equilibrata. In particolare, fritture e grassi consumati in grande quantità sono associati a un aumentato rischio di ammalarsi di tumore della vescica. È dimostrato che il maggior apporto di frutta e verdura, specie se crude, ha un forte effetto protettivo sul rischio di numerose forme tumorali. L’azione positiva è legata in particolare all’alto contenuto di fibre e all’elevata presenza di agenti antitumorali, quali le vitamine antiossidanti. Via libera dunque al consumo regolare di pane, pasta, riso ed altri cereali e al consumo giornaliero di ortaggi, legumi e frutta fresca». 

Così come scrivemmo qualche settimana fa, è in fase di preparazione anche una campagna di prevenzione che si articolerà in varie iniziative, cercando di coinvolgere i medici di base, che sono certamente i primi attori. Ruolo principale per il dottor Aveta e la clinica “Villa dei Fiori”: «“Noi di Villa dei Fiori – conclude Paolo Avetasiamo lavorando per una campagna di prevenzione. Un lavoro non facile, dove purtroppo manca la cultura della prevenzione».

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