Stazione Napoli-Afragola. Parcheggi: “Assurdo. È ora che si faccia qualcosa”

Già nelle scorse settimane avevamo parlato del problema parcheggio che quasi quotidianamente si vive alla stazione Napoli-Afragola, diventata un punto di riferimento per migliaia di pendolari che ogni giorno raggiungono Roma per lavoro. La criticità è relativa al numero di auto che può ospitare l’area di sosta, decisamente al di sotto del numero di vetture che ogni mattina giungono alla stazione. Il parcheggio però al momento non funziona completamente, ed a quanto risulta sono disponibili solo meno della metà degli stalli. Considerando che al momento mancano collegamenti con le città limitrofe, parcheggiare l’auto diventa un serio problema, e talvolta si è costretti a lasciarla fuori gli spazi consentiti per non perdere un giorno di lavoro. In merito alla vicenda abbiamo intervistato Alessandro Testa, uno dei rappresentanti del gruppo Pendolari Af.Ro.che raccoglie le istanze e le problematiche dei lavoratori che ogni mattina utilizzano il treno per spostarsi verso Roma.

Alessandro, spiegaci la situazione relativa al parcheggio

Dopo oltre un anno e mezzo dall’apertura della nuova stazione AV di Napoli – Afragola, il parcheggio resta ancora una forte criticità. Numerose auto, quotidianamente, affollano le aree di sosta del parcheggio che per la sua attuale capacità non riesce a contenerle tutte. Ne consegue che, da alcuni mesi, si assiste ad un fenomeno di creatività e sopravvivenza messa in atto da chi arriva in stazione. Una volta che è terminata la disponibilità degli stalli autorizzati (oggi solo 458 su 1160 totali disponibili), i viaggiatori (molti dei quali pendolari che lavorano a Roma) sono costretti a inventarsi nuove file di auto, parcheggi lungo qualsiasi marciapiede o adiacenti al recinto della stazione e in altri luoghi pur di correre a prendere il proprio treno e guadagnarsi la pagnotta giornaliera”.

Un problema in più per voi pendolari?

Assolutamente. Se per il viaggiatore occasionale il problema della sosta dell’auto al parcheggio può essere un pensiero volatile, legato solo ad una specifica giornata o breve periodo, purtroppo non si può dire lo stesso per i pendolari che, oltre ai vari sacrifici pratici ed economici compiuti ogni giorno, si ritrovano anche a dover perdere la testa per capire dove e come parcheggiare”.

Cos’è successo lo scorso martedì 22 Gennaio?

Diciamo che la nota più triste di questo fenomeno è stata suonata proprio quel giorno. I vigilantes e la PolFer della Stazione di Napoli Afragola hanno iniziato ad impedire l’accesso al parcheggio asserendo che in quel momento (alle 8:30, orario di alta frequenza dei pendolari) era già pieno (fenomeno oramai divenuto standard negli ultimi 9 mesi di vita della stazione). Quindi questi hanno vietato l’ingresso alle auto con un solo conducente e invece hanno consentito quelle che trasportavano passeggeri per espletamento delle operazioni di kiss&ride”.

E come avete fatto?

Costretti a non poter fare altrimenti, i singoli pendolari che erano giunti al parcheggio hanno dovuto lasciare l’auto sul ciglio della strada, prima del cancello dell’ingresso alla stazione, e da lì si sono recati a prendere il treno”.

Tutto bene quel che finisce bene?

Macché. L’amaro di quella giornata è arrivato al rientro dei pendolari. Coloro che avevano lasciato l’auto fuori dagli stalli consentiti hanno ritrovato verbali di contravvenzione con importi da pagare a partire da 41€ fino a 169€. Inoltre alcuni hanno subito anche la decurtazione di due punti dalla patente”.

Una situazione che sta diventando ormai insostenibile

Ci chiediamo quindi se è normale e lecito che con un parcheggio completo e pronto per essere utilizzato ma aperto solo al 50%, i pendolari debbano subire, dopo una lunga e difficile giornata a 300 km fuori casa, questa ulteriore beffa oltre al danno per la disponibilità parziale. A questo aggiungiamo anche la scelta obbligata di utilizzare la propria auto per raggiungere la stazione, dal momento che non si sono alternative. È ora che si faccia qualcosa e si intervenga quanto prima”.

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