Angry Drivers: essere automobilisti ad Acerra. L’incubo del passaggio a livello

 

Che la vita di un automobilista sia dura è probabile, che quella di un automobilista acerrano lo sia di più sta diventando una triste certezza. Negli scorsi giorni abbiamo ricevuto una serie di segnalazioni da parte dei cittadini acerrani che quotidianamente affrontano le mille difficoltà delle strade della loro città, dal traffico alle buche, passando per i parcheggi e i passaggi a livello, diventati ormai un vero e proprio incubo. Abbiamo deciso quindi di approfondire la questione, e ciò che ne è risultato è un vero e proprio reportage che abbiamo intitolato “Angry Drivers”, letteralmente automobilista inc***ato, in onore del tipico stato d’animo di un acerrano alla guida. Un espressione forse volgare che racchiude in sé tutta la frustrazione, la rabbia e l’esasperazione del suddetto cittadino.

Conoscere l’avversario

Il passaggio a livello è davvero una brutta bestia, perché una volta che lo becchi chiuso ti frega in modo subdolo, conficcandoti in testa quella semplice quanto terribile domanda: E se mo me ne vado ed apre?!?. Oltretutto ti illude: passa un treno e allora pensi: Vabbè mo apre e invece resta chiuso. Poi passa il secondo e allora scatta la sicurezza: “Ora apre sicuro!”. Poi arriva il terzo a gran velocità: “Ne sono passati tre, ma quanti treni ci possono mai stare? Aprirà subito, meglio che aspetto.” E in realtà il tempo passa, passa e tu non puoi neanche tornare indietro, perché ti ritroverai imbottigliato, e senza via di uscita.

Incubo che diventa realtà

Abbiamo deciso perciò di partire da quelli che per gli acerrani sono veri e propri mostri, da evitare ad ogni costo. Spesso però non è possibile, visto che tagliano praticamente in due la città. Ci siamo appostati solo qualche minuto al passaggio a livello tra via San Francesco d’Assisi e via Fondola e il risultato è stato chiaro sin da subito.

Questa mattina

Alle 8:20 il passaggio era già chiuso con una fila di auto che arrivava sino all’incrocio con corso Vittorio Emanuele II, bloccandolo quasi completamente. Dall’altro lato la situazione era praticamente identica, ed il blocco naturalmente interessava anche Via Soriano. Alle 8:30 nonostante non fosse ancora passato nessun treno, le sbarre erano comunque abbassate. La tensione era alle stelle: bambini e ragazzi che già temevano i rimproveri per il ritardo a scuola, donne e uomini che inveivano contro loro stessi per non aver fatto il giro largo, auspicando a un miracolo (il passaggio aperto) o al telefono con il loro capo, spiegando perché non fossero ancora giunti al posto di lavoro. Universitari che si promettevano di non prendere mai più la Circumvesuviana, puntualmente persa per aspettare l’apertura delle sbarre.

Non è finita qui

Alle 8:33 arriva l’ormai inaspettata sorpresa: le sbarre si alzano! Tempo 60 secondi e rispunta il semaforo rosso. Tra clacson impazziti e forse anche qualche bestemmia, le sbarre si riabbassano. Alle 8:41 dopo il passaggio di altri 3 treni finalmente le sbarre tornano a rialzarsi. L’automobilista scaramantico, che ancora nutre qualche speranza, avrà certamente pensato: “E ora che può succedere più? Saranno passati 10 treni, sto da 40 minuti al passaggio, non si riabbasserà mai più”.  Questa volta saranno passati tre minuti: sbarre chiuse di nuovo.

Morale della favola? Non c’è nessuna morale. Perché ricordate che non è una favola… è un incubo.

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