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Parliamoci chiaro, dei roghi tossici non frega a nessuno

dei roghi tossici nessuno se ne ferga

Anche ieri mattina una nube tossica ha coperto tutta la zona di Napoli Nord e alcune città del casertano. Nuovi roghi tossici hanno costretto migliaia di persone a chiudersi in casa. Ormai chi vive in questa area sa distinguere anche la puzza, ed era chiaro che quella era di rifiuti bruciati. La stessa puzza che ti costringe a restare chiuso in casa, nonostante la temperatura altissima, perché hai solo due scelte: o ti senti male per la puzza o per il caldo. E a questo punto meglio il caldo perché sai che i rischi si fermano lì.

Sulla questione roghi tossici o Terra dei Fuochi bisogna essere chiari e non prendere in giro le persone. Bisogna raccontare le cose come stanno e non adoperare termini astrusi per cercare di spiegare la situazione. Bastano quattro semplici paroline: dei roghi tossici “nessuno se ne frega”. È chiaro, è palese, è evidente.

I Comuni e i roghi tossici

I comuni della zona non hanno né le risorse né le potenzialità per mettere in campo un vero servizio di prevenzione ed Intelligence per evitare questi disastri ambientali. Inutile pretendere più di tanto. Certo possono arginare, possono pulire i campi e provare a raccogliere i rifiuti, anzi dovrebbero farlo. Ma sapete quanti giorni (e soprattutto quanti soldi) ci voglio per indire una gara? E sapete nel frattempo quei rifiuti che fine fanno? Vanno a fuoco. Poi bisogna fare una nuova gara per poterli recuperare. In questo caso però saranno rifiuti speciali e perciò ci vogliono più soldi e anche più giorni.

Ad Acerra per esempio, proprio mentre veniva pubblicata la delibera per l’affidamento e lo smaltimento di alcuni rifiuti ammassati in diversi siti della città, in uno di questi è scoppiato un incendio che ha incenerito quella spazzatura. Il risultato? Rogo tossico e nessuna possibilità di individuare a chi appartenesse quell’immondizia.

La Regione

Uno degli enti che dovrebbero salvaguardare il proprio territorio e la propria comunità, è la Regione Campania. Ma diciamocela tutta, se non sono stati capaci neanche di prevenire l’emergenza per la chiusura dell’inceneritore (nonostante sapessero da anni che sarebbe andato in manutenzione) trovando i siti temporanei di stoccaggio solo pochissimi giorni prima, come gli si può chiedere di combattere un fenomeno come quello dei Roghi? Probabilmente loro vorrebbero anche, ma non ne sono proprio capaci.

Lo Stato

Qui tocchiamo un tasto veramente dolente. Negli anni scorsi nulla si è fatto, e poi si è improvvisamente riaccesa la speranza con l’arrivo del Generale Sergio Costa al Ministero dell’Ambiente. Il risultato? Proclami, parole, protocolli e promesse, ma alla fine risultati zero. Certo per arginare il fenomeno, grazie ad un intervento serio e coordinato delle Forze dell’Ordine, sarebbe stato necessario l’ausilio del Ministro degli Interni Matteo Salvini. Da chi pensa di risolvere il problema della spazzatura costruendo nuovi inceneritori (che sarebbero entrati in funzione tra una decina di anni) non è che ti puoi aspettare chissà che, e infatti almeno lui non ha deluso, non ha fatto un bel niente.

Insomma, riassumendo: i Comuni non hanno le forze di far fronte all’emergenza, e quasi si arrendono o al massimo mettono in campo qualche azione-spot o scrivono qualche letterina ai piani alti chiedendo aiuto. Ma tutta questa insistenza non si vede, se non dopo centinaia di post su Facebook da parte dei cittadini esasperati e infuriati. La Regione, almeno fino all’anno scorso, negava l’esistenza della Terra dei Fuochi, e quindi inutile anche parlarne. Per quanto riguarda la politica di Roma meglio stendere un velo pietoso. Mi chiedo solo se qualcuno del PD o del Movimento, ora che stanno parlando di programmi (non poltrone eh, ma programmi) discuterà anche dei roghi tossici.

Gli unici che ci provano

Per fortuna qualcuno che ci prova a cambiare la situazione c’è. I volontari, gli ambientalisti e tutti coloro che si battono per salvare la propria terra. Purtroppo invano, visto che nessuno li ascolta. Poi ci sono le Forze dell’Ordine che sempre più spesso arrestano criminali che incendiano rifiuti. Dopo, però, non riescono a far niente contro chi appicca i roghi nella notte o senza essere visto, anche perché non ci sono testimoni, non ci sono telecamere, non si può risalire ai rifiuti incendiati, insomma non si può far niente. Ma si può andare avanti così? Certo, lo si è sempre fatto. Adesso arriveranno le piogge (speriamo presto, e forse anche per questo i roghi sono in aumento) e gli incendi finiranno. Forse continueranno in inverno, ma avremo le porte chiuse e quindi nessuno sentirà la puzza. Fino all’anno prossimo, quando saremo “punto e a capo”.

La soluzione per i roghi tossici?

Naturalmente a questo punto vi chiederete: e allora che si fa? Non si combatte, non si lotta, non si fa niente? Moriremo così? NO. Credo che se si vuole davvero organizzare una lotta (naturalmente pacifica), deve essere chiaro a tutti che non si può partite dal basso e che bisogna puntare in alto, partendo dal Governo centrale, che deve assumersi la responsibilità di un territorio che rischia di morire tra fumi tossici e spazzatura. Una lotta che però si deve distinguere dalle altre. Che non deve essere locale, ma racchiudere tutti i comuni che soffrono di questo problema, non deve essere rappresentata da bandiere di partito, né di sinistra, né di destra, né di sopra e né di sotto. Devono essere soltanto cittadini, nessun Masaniello che spera di costruirsi, con questa battaglia, una carriera politica. Nessun amico del sottosegretario o del Ministro, del parlamentare o del ministro: cittadini uguali tra loro che lottano per la salute dei loro figli.

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