Afragola. Ad ormai 24 ore dall’arresto di Giuseppe Monfregolo, ritenuto dagli inquirenti il ras della “167 di Arzano” e latitante da diversi mesi, emergono nuovi dettagli.
Le indagini
Sull’operazione si stava già lavorando da tempo. L’indagine, che poi ha portato all’arresto, coordinata dal Procuratore Aggiunto dr. Giuseppe Borrelli, dai Sostituti Procuratori dr.ssa Vincenza Marra e dr.ssa Maria Sepe della D.D.A di Napoli e condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Castello di Cisterna, sarebbe durata alcune settimane.
A quanto sembra la posizione dell’uomo sarebbe stata scoperta grazie alla triangolazione di un telefono, con cui gli agenti hanno individuato la posizione approssimativa del latitante, accusato di diverse estorsioni.
La ricerca
Una volta certo che l’uomo si trovasse in zona, hanno quindi deciso di intervenire. Naturalmente le Forze dell’Ordine non conoscevano la sua precisa posizione e di conseguenza hanno dovuto cercare approfonditamente in diverse abitazioni. In alcuni casi, dove i residenti erano assenti, hanno anche dovuto sfondare la porta d’ingresso. Poi l’arrivo nell’abitazione di Manfregolo, che non ha potuto fare altro che arrendersi. Tutta la zona era infatti circondata e ogni via di uscita bloccata. Nel cielo sorvegliava un elicottero dei Carabinieri, così da evitare anche una eventuale fuga dai tetti.
La paura
L’operazione ha creato diverso panico tra gli inquilini della zona e i clienti del panificio (che hanno dovuto attendere il termine delle operazioni per uscire). Seppur si trattava di Carabinieri (almeno 80 gli uomini impiegati), vedere uomini incappucciati e armati sul proprio pianerottolo o nei pressi della porta di casa, ha comunque causato paura.
La donna fermata
Denunciata invece la donna 42enne che ospitava il Manfregolo. Da quanto emerge, lo ospitava da alcune settimane, forse qualche mese e lo presentava come un parente.
Il video
Clicca qui per vedere il video delle operazioni:https: //youtu.be/n1Chc5TEjL4
