Politica

Di Maio asfalta Sgarbi, che non la prende proprio bene. Poco prima il sindaco di Acerra aveva annunciato una querela.

sgarbi di maio

Una vera e propria apoteosi per Di Maio, un plebiscito di voti che forse neanche il candidato premier pentastellato si  auspicava. Chi sicuramente non si immaginava un tale disastro era sicuramente Vittorio Sgarbi, catapultato nel collegio di Acerra, per affrontare sul piano della cultura l’onorevole pomiglianese. Una cultura che raramente si è vista però, tra video offensivi mentre era sul wc, parolacce e urla contro tutti e tutto.

La reazione

Diciamo che Sgarbi, che ambiva a diventare il nuovo leader di Forza Italia, questa sconfitta non l’ha presa proprio bene e nel corso di Porta a Porta, condotto da Vespa, ha detto: “Lo prendete in c***. Quello non è un collegio: è un territorio di disperati che danno i voti a un personaggetto, a uno che non sa neanche guidare” . Insomma dall’inizio alla fine di questa campagna elettorale urla e parolacce non sono mai mancate, così come le offese verso tutti, tra cui anche il primo cittadino di Acerra, Raffaele Lettieri.

La querela di Lettieri

Il critico d’arte in diverse occasioni aveva rivolto frasi dure e ingiuriose a Lettieri, che non è mai caduto in provocazione, restando in silenzio, almeno fino a ieri sera. Con un post su FB al termine delle operazioni di voto, il sindaco ha infatti dichiarato l’intenzione di querelare il candidato di Forza Italia.

Il post

Questo il lungo post di Raffaele Lettieri: “Finita la campagna elettorale, concluse le operazioni di voto, è giusto il momento per confermare che presenterò querela formale contro il Signor Vittorio Sgarbi per quanto è venuto a dire ad Acerra durante la sua campagna elettorale. Non l’ho annunciato prima per non procurare ad un candidato, che avrei preferito non vedere sui nostri territori come avevo annunciato appena ho saputo di una sua possibile candidatura, l’agognata pubblicità mediatica. Citando le parole dell’On. Angelo Manna mi viene da fare una considerazione su quanto Vittorio Sgarbi ha detto ad Acerra: è stato soltanto la voce, e neppure la voce dell’attore, mi sia consentito, la voce del pappagallo. Ma nessuno qui personalmente ce l’ha con il Signor Sgarbi, girovago nato con la tendenza al turismo. Perché quale calato come candidato nel nostro collegio si è informato, e si è accontento delle risposte di qualche esponente politico locale sempre sconfitto alle elezioni, che per andare contro il Sindaco Lettieri denigra la sua stessa città. Risposte evasive, degne della massima commiserazione, per essere di personaggi che ritengono di fare politica.”

Sgarbi “pappagallo” di pseudo politici

Letteiri continua : “Quello che è peggio, Signor Sgarbi, è che lei ha prestato la sua voce, di pappagallo, ad uno stantio e puzzolente copione denigratorio. Scritto male e stampato peggio. E’ il copione che la solita combriccola di persone sconfitte, le quali vogliono bloccare la città ed il cambiamento, rabbercia e stiracchia a piacimento da quasi sei anni. E dopo sei anni questa stantia combriccola lo ha imposto anche ad un candidato al Parlamento, paracaduto in questo collegio. Perché da Lei sia prestata soltanto la voce e neppure quella dell’attore ma solo quella del pappagallo. Quelle immagini e quelle parole, a cui non ho voluto assolutamente rispondere finora per non darLe visibilità, dimostrano che lei è stato calato sui nostri territori a tradimento, e si è comportato secondo il suo naturale modo. Povera Acerra, mi verrebbe da esclamare. Ma non lo dico, perché c’è una squadra che invece lavora per questa città, c’è una squadra che sarà capace di rappresentarla e condurla al riscatto definitivo, oggi come in futuro. Voglio supporre che questi personaggi che hanno suggerito alla voce del pappagallo, siano stati gratificati abbastanza dalla setta alla quale lei ha mostrato di saper “reggere il sacco”. Voglio sperare che vorranno tenere presente questo pappagallo che con poche parole ha tentato di annullare anni di lavoro per il bene della città e speranze di migliaia di cittadini. Ma a noi che non intendiamo subire assolutamente i danni dovuti dalla sua estemporanea presenza qui, né la beffa della distorsione premeditata dei fatti da lei raccontati non come voce dell’attore, non interessano le bubbole che alcuni oppositori fanno raccontare anche ad un candidato al Parlamento, nella certezza che per la campagna elettorale lei si è fatto loro complice in questa mistificazione, certo della sua elezione, e della sua immunità parlamentare che non ci spaventa, grazie ad una candidatura sicura in un altro collegio del Nord.”

Copione vecchio

“Signor Vittorio Sgarbi, non mi chiedo se l’aspetto più vergognoso sia rappresentato dalle parole pronunciate contro la mia città, la città di Acerra, oppure se sia rappresentato dalla quiescenza, che è omertà passiva, di un gruppetto di pseudo politici, ribadisco sempre usciti sconfitti dalle urne, che possono gloriarsi di aver denigrato la propria città, nella loro continua battaglia contro il Sindaco Lettieri. Il copione che Lei ha rabberciato e stiracchiato a piacimento di alcuni, che lo hanno imposto persino ad un candidato alle elezioni che ha prestato la voce, non tanto dell’attore ma quella del pappagallo, è un copione vecchio di anni, che non rimaneggiano neanche, non adeguano neanche alle tante novità sorte in questa città. Non perché ammetterebbero gli errori, nel nostro caso si tratterebbe di mettere in piazza che le loro idee sono paramento di idee imposte per la denigrazione della città.
Acerra, molestata dal rumore, ha subito l’invasione di un candidato estraneo e di quelli che, pur di continuare a combattere il proprio Sindaco, non esitano a prestare la propria voce di pappagalli e a rimetterci quel poco orgoglio e consenso che ancora avevano.”

Tutelare la famiglia

L’ultimo passaggio del messaggio: “Signor candidato Vittorio Sgarbi, io ho dovuto dirle queste cose, mi perdoni se da non conterraneo involontariamente l’ho offesa. Ma da padre di famiglia e marito ho il dovere morale di tutelare anche la mia famiglia. La mia storia è anni luce lontana dalla sua, e per tanto capisco la difficoltà nel comprenderla.
Dovrei far finta di non aver sentito le sue parole, già dette da altri in questi anni.
Sono cose tutte uguali, bugiarde. Tutte bugiarde.”

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